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- Ikaria, l'isola gentile della Grecia
Se pensiamo al caldo, all'estate, al mare azzurro e alle vacanze c'è un solo posto che ci viene in mente...la Grecia!! Allora venite con me, oggi vi porto nella poco nota e bellissima Ikaria e in un attimo è ancora estate! Sono arrivata con un trabiccolo che definirlo aereo mi è parso generoso. Una scaletta per salire che se pesi più di 80 chili ci devi salire camminando di lato, in aereo un signore di circa due metri sfiorava il soffitto dell'aereo. Comunque sono arrivata, in un assolato e caldissimo pomeriggio di settembre. C'era solo il nostro aereo, pista deserta un omino che dirigeva le operazioni. Non mi aspettavo di più, quindi sono scesa normalmente e tra le urla dell'omino, perché mi ero posizionata nell' unico posto dove evidentemente non potevo, sono uscita. Taxi, 20 minuti, hotel. Vista mozzafiato, a perdita d'occhio su un mare incredibile blu. Beh mi sono detta...non male, le mie 8 ore di viaggio per arrivare sono valse assolutamente la pena. Dimenticavo di dirvi...sono arrivata ad Ikaria, nord Egeo, un'isola gentile. Non mangiavo dalla sera prima, sono scesa verso le 5,30/6,00 e mi sono detta ora ceno, vuoi che non trovi una tavernetta, un bar.. E infatti, non trovo né una tavernetta e né un bar. Sono al porto, piazza principale. Tutto chiuso. Bar chiusi, negozi chiusi, chiosco chiuso. Mi butto sul Mini Market...ovviamente chiuso. Qualcosa mi sfugge. Faccio una passeggiata, esploro i dintorni. Non c'è un' anima. Eppure ci sono tante macchine, tutte ferme, però di qualcuno devono essere. Silenzio assoluto. L' isola in cui sai che c'è gente ma per strada non vedi nessuno...tutti sono gentili...ma tutti chi?? Durante il mio soggiorno ho fatto tanti km a piedi e in auto nella solitudine totale. Nessuno, poi all'improvviso si materializzano le persone, saltano fuori dal nulla. Ikaria è un posto fuori dal mondo, che non te lo so spiegare, lo devi proprio vedere. Stavo andando al mare, con la mia solita lentezza mi fermo ad ogni angolo, vedo 4 case figuriamoci se non mi fermo. Scendo e mi sento chiamare...kyria kiryia...mi giro perché sto solo io quindi era per forza a me. Una vecchietta con delle buste mi fa dei cenni parlandomi in greco, naturalmente non capisco niente ma la ascolto. Credo le serva aiuto per la spesa...la seguo mi fa cenno di girare capisco to siti, apre e mi trovo a casa sua senza un vero perché. Ci sono altre due signore, parlano tra di loro. Poi inglese mi chiedono se ho bisogno di aiuto. Capisco l'equivoco, la signora pensava di aiutare me, io lei. Spiego l'equivoco e che sono una turista e non mi occorre nulla a le ringrazio...ridono di gusto...giacché ci sono accetto un bicchiere d'acqua che si sa, chi non accetta, non merita. Secondo me stanno ancora ridendo e io pure per strada mentre proseguo. Ikaria, neanche a dirlo un mare da urlo, panorami mozzafiato, altezze a picco sul mare. Ma la Grecia ci ha abituati bene, quindi non dico nulla di nuovo né di originale. Faros con la sua spiaggia lunghissima e le tamerici vi cullerá tra l'ombra e le onde, le sue taverne sul mare delizieranno il vostro palato. Io ho diviso le mie sardine con un gruppo di gattini, i veri boss del posto neanche a dirlo. Ma Paralia Seychelles vi lascerà letteralmente senza fiato, lo posso dire con cognizione di causa dato che alle Seychelles ci sono stata. Un' ora di auto a 50 all'ora in un giorno in cui il vento mi si portava letteralmente, un piccolo sterrato per scendere che a salire controvento beh...che ve lo dico a fare. Un ragazzo mi ha voluto fare una foto...prima di riuscire a beccare quella da ferma ha fatto 3 tentativi!! E il piccolo villaggio di Gialiskaris? Dipinto con i colori più belli da qualcuno che evidentemente ci sapeva fare. E l' acqua della spiaggia di Nas? Era così trasparente che ho dovuto metterci i piedi dentro per provare che davvero ci fosse! Il tramonto che dire? Che i tramonti siano sempre struggenti lo sappiamo, ma quello di Nas l'ultimo giorno mi ha letteralmente trafitto il cuore. Tra la felicità, la tristezza di dover andare via e la certezza che forse qualche giorno in più sarei potuta restare. Ma io sono sempre quella del 'forse un giorno in più' che poi diventano due, poi tre poi...tanto l'ultimo giorno poi arriva sempre e non sono mai pronta. È il motivo per cui non faccio mai il biglietto di ritorno, mi mette tristezza solo averlo!! E in ultimo, non mi chiedete le taverne e i bar perché non li so, non me li ricordo e non me li segno. Ma la colazione all' Akti al mattino quando l'isola dorme, con una vista infinita sull' Egeo e sul porto dall'alto, bevendo caffè con un pianoforte come sottofondo... beh quella ve la consiglio. Ho speso molto del mio tempo e anche dei miei soldi li. Tutti spesi benissimo. Ci vorrebbe uno bravo per trovare le parole e probabilmente avrebbe difficoltà anche lui, figuriamoci io. Da qualche parte avevo letto che Ikaria è l' isola della lentezza, esattamente ora, mentre scrivo queste poche righe davanti al mio caffè capisco che cosa intendesse chi l'ha scritto. Quando sono arrivata ad Evdilos, è bastato un sorriso perché Maya, Ikariota da generazioni mi chiedesse di dove sono. Ne sono bastati due perché mi invitasse sulla panchina di casa sua a bere un caffè e si sa, il caffè greco è lento...è durato un intero pomeriggio tra fantastici racconti di vita, luoghi e storie di Ikaria e di gatti. È bastato molto poco, come sempre accade quando viaggi con il cuore aperto. Il mio viaggio si è concluso con due signore che mi hanno dato un passaggio l' ultimo giorno mentre tornavo dal mare dopo il tramonto. Semplicemente mi hanno vista camminare ed hanno suonato, mi sono avvicinata e mi hanno fatto cenno di salire...parlavano solo greco, ho dato il meglio di me con le poche cose che sapevo, mi è sembrato giusto! La Grecia si sa ti agevola e non ti lascia mai a piedi!! Infine, giuro che ho finito, chi mi conosce lo sa che io non sono brava con gli elenchi delle migliori spiagge, il miglior ristorante, l'itinerario perfetto. Non è il mio mestiere (in realtà lo è ma per gli altri) o meglio non è la mia attitudine. Per quello c'è internet e ci sono le classifiche. Per me e per quelli come me c'è la vecchietta che mi porta a casa sua, il caffè con i biscotti sulla panchina e le signore che mi danno un passaggio. E da Ikaria, l'isola gentile, per il momento è tutto. #ikaria #estate #mare #travel
- Dubai, la città del futuro!
“Ora devi aggiungere gli Emirati” cosí mi hanno scritto, finendo di leggere il mio Diario di viaggio. L'ho preso come un invito e in genere sono una che accetta gli inviti. Quello per Dubai è stato un innamoramento lento... Come nelle migliori storie d'amore che iniziano con un "ma chi è sto stronzo?" e poi piano piano ti ricredi, impari a conoscere i pregi e impari a farti piacere i difetti! Ma se devo dire che è stato un amore a prima vista no... Ci ero già stata a Dubai nel corso degli anni, molto prima del 2021 sempre di fretta, sempre distratta, senza troppa attenzione e senza particolare interesse. Ed era rimasta lì tra le tante città "senza sangue", senza nulla di particolare da raccontare o almeno nulla da raccontare a me. Quelle città che “ok l’ho vista, va bene così”! Ma probabilmente non era il momento giusto. Poi sono passati tanti anni ed una pandemia. Ed ecco che forse è arrivato il suo momento, perché la vita è precisa. Tutto è iniziato per lavoro e anche lì è stato un "se proprio dobbiamo andare" senza troppo entusiasmo. Però c'era la pandemia, la voglia di partire era tanta e quindi me la sono fatta andare bene. Aeroporti semivuoti da atmosfera post atomica, una serie di procedure che neanche un ministero, tamponi prima durante e dopo. Appena arrivati la prima volta Dubai ci ha accolto col suo consueto clima umido e fastidioso, che è un po' il suo marchio di fabbrica in ogni stagione. Quella botta di umido che ti manca il respiro appena scendi dall'aereo! E benvenuti a Dubai, cosi è se vi piace! Poi, come tutti quelli che vogliono mettere subito le cose in chiaro, Dubai ci ha preso letteralmente a schiaffi con i suoi super grattacieli, le sue luci sfavillanti e l'arroganza del Burj Kalifa che, con i suoi 828 mt, vedi praticamente da tutti i punti della città. Dubai è un parco di divertimenti da visitare con la testa all'insù. Dove ogni palazzo fa a gara con quello accanto per chi é più alto, dove ogni costruzione sfida le leggi di gravità. Naso all'insù e bocca aperta, perché ad ogni passo è un doppio woww, le costruzioni più incredibili del mondo sono qui. E le prime volte le ho guardate e riguardate cercando di capire cosa la gente ci trovasse di tanto affascinante a parte, ovviamente l'altezza. Poi quelle altezze le ho provate e già qualcosa ho iniziato a capirci ma è come quando stai conoscendo qualcuno, che hai la sensazione che qualcosa ti sfugga, che sì in apparenza va bene ma c’è qualcosa sotto che non ti è chiaro ma ti incuriosisce e quindi mi sono incuriosita chiedendo a chi ne sapeva più di me, stilando un elenco di cose da fare nella consapevolezza che la voce non programmata “varie ed eventuali” resta sempre la più interessante! Perchè chi viaggia sa che l'anima di un luogo non è mai il suo biglietto da visita ma piuttosto un foglio stropicciato tra una serie di appunti sparsi. Chi viaggia sa che ogni luogo porta con sé sempre un po’ di fascino e di magia se si ha la pazienza di volerlo scoprire. Alcuni luoghi hanno una bellezza sfacciata, altri una bellezza discreta. Ci sono poi le metropoli sempre piene di contrasti, piene di luci che ti abbagliano e ti confondono, quasi per non rivelarsi e non voler essere scoperte. Forse Dubai é una di queste, così tante luci da destabilizzarti, così tante cose da fare da non riuscire a fare niente perché vuoi fare tutto. Allora dopo un po’ di volte mi sono presa del tempo per scoprire parte dell'anima di Dubai, allontanandomi solo di qualche kilometro, fuori dalla città tra le pieghe del deserto, dove la strada ha i margini di sabbia, il cielo diventa più limpido e i palazzi iniziano a scomparire. Dove un tramonto è un tramonto e il sole non scompare tra la foschia della città in dieci secondi. Ho scoperto Al Madam e mi sono innamorata di Al Seef. Il quartiere lento di una Dubai che corre. Il quartiere silenzioso di una trafficata e chiassosa Dubai. Il quartiere a luci basse in una Dubai sfavillante. Forse lo amo perché non sembra Dubai o forse semplicemente è la Dubai che amo. Adagiato sul creek con lo specchio dell'acqua che separa il vecchio dal nuovo con un'abra che scorre lenta ogni tanto quasi a segnare l'unione delle due anime. Mi sono persa tra le piccole vie e tra le tante botteghe. Un po' come nella vita, prima di trovare il tuo posto devi perderti per scoprire, guardare, sbagliare e riprovare. Piano piano poi Dubai mi è entrata nell’anima e l’ultima volta venendo dalla Giordania, entrando a Dubai, un po' mi sono sentita a casa e mi sono accorta che quella città con i suoi grattacieli, le sue strade a sei corsie e le sue luci, mi stava conquistando. E mai l'avrei detto. Se solo un anno fa me lo avessero chiesto, avrei detto: naaaa... impossibile !! Sospesa tra la sabbia e il mare, lo scintillio ed il silenzio quando credi di conoscerla un po’ ha sempre un asso nella manica da sfoderare, qualcosa di inaspettato tra le pieghe di un murales che ti fissa dall’alto, un quartiere che non c’entra nulla ma ci sta tutto, un palazzo che non avevi notato passeggiando in una calda serata di febbraio. Perché per chi cerca l’anima di Dubai tra i palazzi e centri commerciali sappia che Dubai é oltre, per gli occhi che sanno guardare e che, anche solo di passaggio, Dubai vale la pena sempre e comunque!! #summer #dubai #sempreecomunque #mydubai #vacanze #viaggi #travelblogger #blog #viaggiacolori
- La Grecia e le Cicladi: alla scoperta di Serifos
Ho visto tanta Grecia negli ultimi anni ma fine eccola la Grecia che cercavo. Quella che siamo scesi in 4 al porto. Quella che Avoula la ragazza del Cristi rooms è venuta ad accogliermi con cane al seguito ed una bevanda fresca da offrirmi. Quella che cercavo e che per un po' si era nascosta tra le pieghe di spiagge troppo rinomate. Sono scesa a Serifos in una serata perfetta, calda e senza vento. Tra la bellezza della luna piena, del porto e delle luci della Chora di fronte a me. L' isola é piccola mi spiegano, si gira in motorino, ha più di 40 spiagge una più bella dell'altra e a quanto pare una Chora bella come poche. Il porticciolo con il lungomare é un vocío di suoni greci, pochi suoni anglosassoni, zero altre nazionalità. Mi piace, so già che il mio soggiorno sarà troppo breve per questa isoletta che mi strizzava l'occhio nel viaggio di andata mentre facevo Pireo/Milos. Serifos é bella. Di un bello greco silenzioso e lento. Di un bello greco che quando arrivi di sera al porto con la luna piena capisci che sei nel porto giusto. Di un bello che il mattino dopo la luce riflessa sull'acqua ti fa brillare gli occhi e non solo per il sole. Di un bello greco che la gente ti sorride. Di un bello greco che vedi le capre in spiaggia e non al Papeete. Di un bello che é la semplicità di un sorriso che si offre di farti vedere la bellezza dell'isola nei suoi angoli più nascosti. Di un bello greco che non è 'have a nice day' ma 'have a wonderful day'. Perché la tua giornata deve essere buona quando può essere meravigliosa? E allora, che la giornata meravigliosa, anzi le giornate, abbiano inizio! Parto da porticciolo di Livadi uno dei due centri più 'grandi' insieme alla Chora, il più comodo per muoversi ed esplorare l'isola. In cima, molto in cima, la Chora. Un piccolo presepe fuori stagione. Tentenno un attimo per il gran caldo ma poi non resisto e decido di salire a piedi. La Chora è assolata, bianchissima, deserta, molto in salita ed effettivamente bellissima. Non sembra neanche vera, ho quasi paura di sciuparla per quanto è perfetta. Ogni colore al posto giusto, gatto compreso perfettamente in tinta. Non c'è realmente nessuno, mi viene il dubbio sia disabitata se non fosse che scendendo, nel silenzio, un suono in lontananza... L' unico bar aperto, suona blues a Serifos. BB King é il mio preferito mi dice il proprietario. Bevo qualcosa, indugio tra la sete, la stanchezza e la buona musica. Me la prendo comoda, la discesa è lunga e calda ma arrivo in tempo per un pranzetto fronte mare e in piccolo bagno all'ombra delle tamerici. Serifos é l'essenza della grecità: semplice, comoda, pronta ad agevolarti. Una strada unica che la percorre in circolo da parte a parte, al massimo la taglia all'interno ma poi torna su sè stessa. Impossibile perdersi. Se ce l’ho fatta io, ce la potete fare anche voi. Gli accessi alle spiagge tutti semplici, niente imprese alla Indiana Jones, niente salti alla Mission Impossible. Quasi tutte le spiagge sono circondate di tamerici utilissime contro le scottature e ancora più utili per la pennichella pomeridiana. Niente ombrelloni e tende da portarsi appresso, in qualche spiaggia la richiesta non sarà due lettini e un ombrellone, ma due lettini e un albero! Mi pare decisamente meglio no? Da Livakadia e Psali Ammos a Sikamià, da nord a sud una natura incredibile con dei colori da urlo. Dal blu all'azzurro al verde, tra un cielo ed un mare che fanno di tutto per non farti andare via.E infatti proprio non me ne voglio andare, siamo in ottobre è piena estate, non indosso altro che un pareo e delle infradito (ogni tanto o neanche quelle), faccio colazione con i piedi nella sabbia, ho persino un gatto che mi riconosce e mi viene incontro quando torno insomma mi sto rifacendo una vita!! Avete un buon motivo che mi convinca a farmi tornare?? Scherzi a parte partenze e ritorni sono due facce della stessa medaglia e il bello delle partenze sono anche i ritorni e dunque dopo un mese, è ora di tornare. La mia lunga avventura greca si è conclusa come meglio non poteva nella piccola Serifos, con la bellezza negli occhi e la felicità nel cuore. Mentre dal finestrino del traghetto Serifos diventava piccola piccola nelle mie cuffie suonava 'The way' una vecchia canzone che fa piú o meno così... And it's always summer Ed è sempre estate They'll never get cold Non avranno mai freddo They'll never get hungry Non avranno mai fame They'll never get old and gray Non diventeranno mai vecchi e grigi Mentre suonava questa canzone mi è tornato in mente quello che una signora un po' vintage, viaggiatrice solitaria con zainetto in spalla di Guadalupa, mi ha detto sulla panchina del porto di Hydra ascoltando la mia piccola disavventura per raggiungere Milos: 'oui, c'est le voyage'! 5 parole facili facili che hanno chiuso il cerchio di un viaggio iniziato circa un mese fa che mi ha fatto fare un sacco di kilometri, un sacco di risate, mangiare tantissimo grilled octopus e tantissima insalata greca senza feta, vedere tanti posti e tante facce. 5 parole facili facili che mi sono detta tutte le volte che mi sono trovata con le scarpe in mano e giuro, nella vita, sono state tante! È stato un viaggio scarpe in mano questo mese e mezzo in Grecia. Dalle pietre all'acqua, comunque scarpe in mano. Dal monastero di Agia Sofia all'acquazzone di Hydra, dall'onda perfetta di Klima alla chiesetta sperduta di Serifos. Dove scarpe in mano ha significato ridere tanto, essere felici e capire che non sempre le cose devono stare al posto 'giusto' e che anzi spesso il bello sta proprio nel posto 'sbagliato'. Per il momento dalla Grecia é tutto...alla prossima avventura, scarpe in mano naturalmente! #grecia #serifos #cicladi #estate #mare #greece #travel #blue #viaggiacolori #travelblogger
- Vieni a scoprire con me la Namibia
Sono stati dieci giorni di polvere, fatica e sveglie all'alba ma la Namibia mi ha letteralmente trafitto il cuore e l'anima. Se avrete la fortuna e la voglia di raggiungere uno di quei posti che quando lo dite agli amici loro vi rispondono "dove? La Nami... che"?? questa terra dai mille volti vi stupirà. E lo farà nel migliore nei modi: quello che non ti aspetti. Quello che ti lascia a bocca aperta e ti entra di prepotenza nel cuore, negli occhi e nello stomaco. Quello che dici... Si l'avevo letto ma non pensavo, me l'avevano detto ma questo viaggio supera di gran lunga le mie aspettative. Non è una meta tra le più modaiole e neanche tra le più immediate e facili da raggiungere. Ma la Namibia è il blu del mare e il rosso intenso del deserto che si incontrano, che si corteggiano e fanno l'amore senza tregua. La Namibia ti viene a bussare all'anima con le dune imponenti di Sandwich bay che cadono a picco sull'oceano Atlantico; dune di 300 metri dalla cui altezza capisci la maestosità della natura e di questa terra. E poi ci sono le dune del Namib che all'alba si colorano di un rosso così intenso da sembrare infuocato. Scalare la duna 45 a piedi nudi é un'esperienza da fare una volta nella vita... ma anche due o tre. Perché il deserto è sempre uguale ma sempre diverso. Il vento lo modella, lo plasma, lo sposta e la sabbia ti entra dappertutto, negli occhi, tra i capelli, nei vestiti e sembra volerti conquistare con la forza e coccolare con una carezza. Il sole lo illumina sempre in modo diverso regalandoti la luce, le ombre e i contrasti. La pioggia... Beh la pioggia nel deserto non si può descrivere, va semplicemente vissuta e se siete tra i fortunati godetevi fino all'ultima goccia... l'arcobaleno dietro le montagne sarà uno spettacolo senza pari. E poi giù lungo la Skeleton coast... kilometri e kilometri di pista dove il deserto costeggia il mare dove non sai letteralmente dove guardare, dove con gli occhi di un bimbo provi a capire in che mondo sei capitato ma davanti a te vedi il blu dell'orizzonte intenso, netto e lontanissimo. E se fissi l'orizzonte puoi vedere i miraggi... In un mondo sospeso tra la realtà e l'illusione. E intorno l'infrangersi delle onde sui relitti incagliati nella sabbia é forte, potente e inquietante come le urla dei marinai intrappolati che ti sembra di sentire in lontananza... È un suono muto che ti scuote l'anima e le viscere. Passando per la città fantasma di Kolmanskop disabitata e quasi completamente ricoperta di sabbia, perdendosi nell' infinito del Fish River Canyon e risalendo per il Kalahari dove i tramonti sembrano dipinti, a poco a poco la Namibia ti entrerà nel cuore. E che dire, infine, del sorriso di un bambino scalzo che ti viene incontro tra la polvere? Forse in quel sorriso senza filtro c'è l'essenza di questo viaggio, che è un po' quella di tutti i viaggi... Sorridi a braccia aperte e senza timore a chi ti viene incontro, guarda il mondo con gli occhi di un bambino e se non hai molto da offrire regala il tuo sorriso. #vacanze #africa #namibia #viaggi #diariodiviaggio
- Lapponia, un'esperienza unica!
“Buongiorno e benvenuti nell’inverno lappone più freddo degli ultimi 50 anni”…come si suol dire, al solo sentir pronunciare queste parole, mi si è letteralmente gelato il sangue! Dicembre, Capodanno di un imprecisato anno che non ricordo ma poco importa. Lapponia finlandese. Circolo polare artico. Il viaggio in cui ho scoperto che il 40 con il meno davanti, non è un numero ma è uno stato mentale. Meno 40 è una temperatura che se non l’avessi vista con i miei occhi sulla colonnina luminosa non avrei mai creduto che potesse esistere e soprattutto, che potessi resistere. Quando ho detto agli amici che sarei partita è stato tutto un “Chicca ma ti sei impazzita guarda che là fa freddo” e il mio “si immagino” “Ma lo sai che là si gela”? e il mio “si immagino” “Guarda che lì non è lo stesso freddo della Val Gardena” e il mio “si immagino” Beh ecco… “immagino” non era la parola giusta, perché quello è un freddo che non ti immagini, è un freddo che noi comuni mortali italiani, per quanto nordici possiate essere, non immaginiamo. Certo se lo avessi lontanamente immaginato non sarei mai partita e mi sarei persa l’opportunità di un grande viaggio e di un grande popolo quindi il mio inguaribile ottimismo unito all’immotivata fiducia nelle mie possibilità fisiche mi hanno regalato un’esperienza sicuramente unica nel suo genere. Mi hanno regalato la luce tenue di un crepuscolo perenne, un sole indeciso che non vuole andare né su e né giù e nel dubbio resta a metà salvo poi decidere di sparire all’improvviso per regalarci la notte più buia e più profonda che si possa immaginare alle due del pomeriggio! E sì perché quando a dicembre in Lapponia è buio, è quel buio che non vedi una luce per kilometri e kilometri, è buio che vedi così tante stelle in cielo che hai quasi paura che ti cadano addosso, è quel buio che tutti i pensieri vengono fuori come lucciole nella notte, è quel buio che se hai un conto in sospeso con te stesso è arrivato il momento di pagarlo. Ed è freddo, quel freddo che ti entra direttamente nel cervello anche se sei coperto fino all’ultimo capello, quel freddo che ti fa dire “ma potevo andare a Cuba” appena esci, quel freddo che ti fa dire “a sto giro non ce la faccio”. Ma poi ce la fai, perché la mattina il riverbero del sole che fa l’occhiolino alla neve cristallina ti abbaglia gli occhi di una luce irreale che vuoi andare a vedere se esiste per davvero. Poi ce la fai perché quando sali sulla motoslitta, accendi il motore ed è l’unico rumore che senti in mezzo al nulla, capisci che una volta nella vita dovevi farlo! Poi ce la fai perché non resiti all’invito della guida lappone che con un sorriso ti rassicura e ti dice che la fatica di due ore per andare e due ore per tornare guidando un mezzo quantomeno improbabile ne varrà la pena. Beh se dicessi che ne vale la pena non renderei giustizia a questa terra a dicembre, un paesaggio irreale in cui se all’improvviso spuntasse uno gnomo o un elfo lo saluteresti come se avessi incontrato un amico al bar, anzi quasi te lo aspetti che spunti prima o poi. Poi ce la fai perché 40 con il meno davanti è bello, così maledettamente bello da farti dimenticare il buio, il freddo e la fatica e farti sentire solo la gioia dell’insano momento in cui continuavi a dire “immagino” e hai deciso di partire. #lapponia #finlandia #vacanze